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Riso con Salmone e Melograno

Riso con Salmone e Melograno

Un brivido e una carezza

Sembrava avere fretta il buio che in quel luogo si adagiava rapido su cose e persone; arrivava troppo presto e mentre la realtà pareva come mettersi da parte, avanzavano con esso frammenti del passato, pensieri premuti nelle viscere dall’ostacolo della luce e liberi ora di espandersi ovunque, fino a rigurgitare da ogni poro.

Quello era il momento in cui Tano avvertiva con esattezza la percezione del freddo, pungente, intenso. Era giunto sulle coste della Norvegia da tre mesi, convinto e desideroso di subire il fascino di un paesaggio imponente e silenzioso, in cui il bianco dominante gli dilatasse l’anima. Camminava senza risparmiarsi, per ore, percorrendo sovente strade battute, non disdegnando però l’inebriante sensazione di inoltrarsi senza meta tra i boschi di betulle e i cespugli di ginepro, con una fame primordiale di avventura.

Sulle rive di ruscelli rapidi e vorticosi, era riuscito a vedere persino la corsa innaturale dei salmoni che in quella stagione risalivano la corrente per mettere un’ipoteca sul loro futuro; li aveva osservati con ammirazione e anche invidiati poiché interpretava quel loro spasmodico modo di cercare il luogo adatto a deporre le uova, come la dimostrazione che per assicurarsi un domani sia necessario volgere lo sguardo indietro, ripercorrendo una strada insidiosa ma comunque l’unica possibile.

Aveva assistito ormai a due pleniluni e quello era davvero uno spettacolo di smisurata bellezza; la luna appariva grande, come fosse vicina e, specchiata sulle acque del mare, creava frementi scintillii di cristallo. Una sera, nell’intento di isolarla e catturarla per intero nella sua mente, con un gesto da esperto fotoreporter la stagliò netta tra le mani intrecciate come fossero uno zoom: si accorse allora come un lampo che il suo colore non era quello pallido della poesia romantica, non assomigliava per nulla all’argento dell’immaginario collettivo, ma era piuttosto sanguigno, simile a un rubino trasparente: davanti ai suoi occhi, chissà perché, apparve allora un albero di melograno, quell’albero frondoso che incontrava da bambino sulla strada che lo portava dai nonni, in campagna. Un brivido gli accarezzò in quel momento la schiena ma stavolta quello che avvertì fu solo calore.

Ricetta

Ingredienti

  • Salmone
  • Melograno
  • Olio
  • Panna Fresca (o Crema di latte)
  • Riso Cannaroli
  • Brodo vegetale (senza cipolla)

Tagliare finemente il salmone.

Tagliare a spicchi il melograno e sgranare i chicchi da ciascuno spicchio (cadranno facilmente al tocco delle dita) raccogliendoli in una ciotola.

Mettere in padella olio, un filino di panna fresca , il salmone e i chicchi di melograno.

Far cuocere per 2 minuti a fuoco lento e poi aggiungere il riso carnaroli.

Cuocere per altri 15 minuti sempre a fuoco lento aggiungendo del brodo vegetale e mantecare tutto fino a cottura del riso.

L'ingrediente

Il melograno è un frutto autunnale composto da una scorza rossa o rossastra all’interno della quale si raccolgono i succosi arilli rossi, che sono la parte edibile che si sviluppa attorno ai semi. Oltre agli arilli, vengono utilizzati anche altre parti della pianta e del frutto, come foglie, fiori, radici, corteccia e scorza dei frutti.

Originario di un’area geografica situata tra la Cina e l’India (primo produttore mondiale del frutto), nei millenni si è ben adattato a tutti gli ambienti con estati calde e inverni miti, come il Caucaso, le vaste aree nordamericane e il Mediterraneo.

Il frutto del melograno, la melagrana, è un alimento ricco di vitamina C e fenoli dalla forte azione antiossidante: utile per la prevenzione dai tumori e per contrastare i problemi legati alla menopausa e all’andropausa. Inoltre, il melograno è alleato di intestino, cuore, sangue e cartilagini.

Vino abbinato

"Quatrin" Sangiovese Rubicone IGT - I Filarini

Ascolto suggerito

Una Mas - Kenny Dorham

Lo Chef

Antonello de Angelis

Ho impiegato 24 anni con i piatti in mano tra i tavoli per arrivare in cucina, ma alla fine sono riuscito ad entrarci. Indossato il blasone dello chef in un ristorante tutto mio, vedo la mia professione come un connubio di arte e cultura tra i fornelli: arte nell’innovazione e cultura della tradizione gastronomica del territorio. I compagni di questo fantastico viaggio sono le donne della mia vita, che amo più della mia stessa professione: per questo, come ebbe a dire un mio amico, posso ritenermi “brasato” dalla fortuna!

L'autrice

Alda Lollobrigida

Sa suonare il pianoforte con la sola imposizione delle mani e, a intervalli regolari, alterna la musica con la propria poetica. Il suo ritmo interiore si fonde con il tempo della vita: ne scaturiscono storie fantastiche a partire dalla realtà, o storie reali con un principio di fantasia. Ciò che conta è la successione delle lettere così simile a quella delle note. La sensazione provata è l’eco di una melodia sussurrata in cui l’uso sapiente dei mezzi toni dona ai suoi scritti tutto il sapore di diesis stagionati accompagnati da un calice di bemolli d’annata…